Dopo esser stato lanciato in Francia, Germania e in altri paesi europei nei mesi scorsi, è arrivato nel nostro paese Qwant, il nuovo motore di ricerca transalpino che ha rinunciato di raccogliere i dati personali dei propri utenti, a differenza dei più celebri Google, Bing e Yahoo.

 

L’importanza della privacy degli utenti per Qwant

Qwant infatti protegge e rispetta la privacy e la vita dei propri utenti secondo le normative europee. Inoltre non prende posizione per quanto riguarda l’algoritmo di ricerca naturale, mantenendo così una sorta di neutralità in merito. In questo modo non ci sarà nessuna alterazione della posizione nei risultati di ricerca per fini economici.

 

Come funziona il cambiamento di Qwant

A differenza degli altri più conosciuti motori di ricerca, Qwant non ragiona più in termini di utenti ma di richieste. Quando un utente infatti visita il sito, l’infrastruttura cancella l’IP e il numero della macchina del visitatore. In questo modo, in caso di una nuova connessione il giorno seguente, Qwant non riconosce più le caratteristiche dell’utente, nonostante questo si sia connesso 24 ore prima. Diventa quindi impossibile vendere o gestire il dato. Proprio per questo motivo, Qwant ha deciso di sottoporre la propria infrastruttura all’analisi dell’autorità indipendente francese per la protezione dei dati personali.

 

La pubblicità può essere efficiente senza essere intrusiva

Questo cambiamento di prospettiva da parte di Qwant, potrebbe ridurre la vendita di spazi pubblicitari, che non riuscirebbero così ad allestire pubblicità mirate per gli utenti.  Non è però della stessa idea l’azienda francese. Secondo Qwant, infatti, la pubblicità non ha bisogno di conoscenza dei dati dell’utente, perché compare nel momento in cui l’utente pone il quesito al motore di ricerca. In questo caso si tratta di una pubblicità efficiente senza essere intrusiva.

 

L’importanza di Qwant

Dopo l’acquisizione del 20 percento del capitale dell’azienda per mano del gruppo editoriale Axel Springer nel 2014, nel 2016 la Banca Europea degli Investimenti ha concesso un fondo di 25 milioni, mentre la Caisse des Dépôts, la banca pubblica francese, ha stanziato 15 milioni di euro, a testimonianza dell’interesse diretto del governo transalpino nel progetto. Uno degli ultimi investimenti realizzato è sempre di Axel Springer che ha aggiunto 3.5 milioni di euro, anche se il controllo dell’azienda resta in mano al direttore generale Chalon e agli altri dirigenti: il presidente Lèandri e i vice presidenti Rozan e Costant.

 

Entro 3 anni, ovvero il 2021, Qwant, che ha raggiunto un accordo con Firefox, vuole raggiungere i 50 miliardi di ricerche ogni anno e un utile di 500 milioni di euro, allargando così il proprio raggio di azione e cercando di avvicinarsi, soprattutto in Europa, a Google.