Durante la seconda giornata del Triathlon delle imprese abbiamo chiarito finalmente come fare perché una brochure aziendale non siano soldi sprecati ma sia uno strumento davvero utile per farci conoscere. In questo ci ha aiutati il grafico pubblicitario Massimiliano Lo Cicero (vedi il suo portfolio).
Durante la mattinata abbiamo dapprima capito che cos’è lo storytelling aziendale, e nel pomeriggio il mental coach Marco Rangoni ci ha insegnato alcune tecniche per avere una comunicazione efficace dentro e fuori l’azienda (ti interessa? Leggi il riassunto della lezione!)
Ma torniamo quindi alla brochure aziendale: tutti ne stampano, ma poche sono quelle davvero utili. Ecco cosa non devi dimenticare nel preparare la tua.
Brochure aziendale: 6 consigli per farla bene
1. Terra chiama azienda!
Il tuo messaggio deve essere chiaro, univoco, inequivocabile.
Fai degli sconti o hai un nuovo prodotto? Vuoi fare una presentazione generica dell’azienda o vuoi spingere un aspetto in particolare?
Scegli una cosa e in questa brochure aziendale fai solo quella.
Al massimo potrai mettere un piccolo box per una promozione o per richiamare una novità, ma di base l’obiettivo deve essere unico.
2. Rosso a caratteri cubitali?
A questo messaggio unico e chiaro dovranno corrispondere i caratteri che scegli per il testo, i colori e il tipo di immagini:
non serve neanche dirti che colori sgargianti e caratteri grandi non trasmettono lo stesso messaggio di colori sobri e caratteri eleganti. Non sottovalutare questo aspetto e coordinalo con il resto della tua comunicazione aziendale (sito web, cataloghi, newsletter…: tutto deve avere uno stile grafico coerente).
3. La brochure straripante – rischio “pizza al taglio”
A meno che la tua attività non sia una pizzeria per asporto con un menù che è necessario far conoscere, non riempire ogni millimetro della tua brochure aziendale.
L’effetto che otterrai è quello di generare nel lettore l’ansia di non riuscire a leggere tutto, e il conseguente abbandono della lettura (se non sei a tuo agio in una situazione, tendi ad allontanartene).
4. Horror vacui
Collegata al punto precedente, la paura del vuoto è comune a chi si sente dire di scrivere giusto un paio di righe in ogni facciata della brochure. Non ti fra trarre in inganno da questa sensazione di incompletezza. Ovviamente dipende dall’obiettivo che ti sei prefissato -rileggi il punto 1- ma di base meglio poche cose chiare: nel dubbio togli qualcosa piuttosto che aggiungerla.
5. Pergamena o papiro? Basta una buona carta.
Tanto importanti sono i contenuti, tanto lo sono il tipo di carta e il formato della tua brochure aziendale.
Riguardo la carta, le caratteristiche principali sono lo spessore (per darti un’idea, 300g è in genere lo spessore di un biglietto da visita, 150/200g quello di un volantino promozionale) e se è opaca o lucida (in genere opaco è più elegante mentre lucido è più promozionale).
Poi ci sono le carte speciali come quelle simil pergamena, che hanno costi decisamente diversi ma in alcuni casi possono essere parte integrante del messaggio che vuoi trasmettere. Per alcuni tipi di persone è molto importante il seno del tatto e quindi daranno molto più valore al tuo materiale pubblicitario se è piacevole da toccare, quindi stampato su una buona carta (se vuoi approfondire il discorso di sfruttare i 5 sensi per farti pubblicità leggi questo articolo).
6. Collezione autunno/inverno 1990 – questo punto in realtà è il primo
Sembra assurdo ma molte aziende hanno armadi pieni di materiale stampato e mai distribuito, e quindi oggi non più valido, neanche fosse un archivio delle collezioni di un’azienda di moda.
Forse per una mancanza di dialogo tra l’ufficio marketing e i commerciali, sta di fatto che spesso si stampa del materiale e poi non si ha ben chiaro come e dove diffonderlo.
Forse questo punto dovevo metterlo per primo, infatti ti conviene avere chiaro innanzitutto chi e come userà il materiale, e magari sentire anche una loro opinione su come svilupparlo.
Due ultimi tips riguardo la brochure aziendale:
- Cerca di essere memorabile, fai in modo che chi prende in mano il tuo materiale non trovi esattamente quello che si aspetta ma qualcosa di un attimo diverso, così che il suo cervello ci “inciampi” e si soffermi qualche secondo in più. Per esempio se vendi corsi di formazione non necessariamente devi usare immagini di persone sorridenti davanti al proiettore con le slide.
- Cerca un buon rapporto con il grafico e il tipografo: un lavoro impostato male a livello grafico avrà problemi di stampa, e una stampa non buona rovinerà il lavoro del grafico. Quindi se puoi affidati sempre agli stessi fornitori così che conoscano i tuoi gusti e i tuoi valori, e si coordinino tra loro per farti raggiungere il tuo obiettivo.
Hai qualche altro dubbio? Non esitare a contattarci per chiarirlo!
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Voice Road
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